Intelligenza Artificiale ed Intelligenza Emotiva, quale rapporto possibile nell'era Industria 4.0

L’Intelligenza Artificiale, nelle sue molteplici forme oggi si fa già padrona del nostro agire giornaliero.
Più o meno consapevolmente la usiamo quotidianamente, pensiamo per esempio a quando ci serviamo dei Chatbot di Facebook per avere risposte alle nostre domande. Difatti sono già molti i dispositivi IA che ci aiutano a risolvere i nostri problemi mettendo in campo soluzioni decisamente più efficaci rispetto a quelle che potremmo proporre attraverso le prestazioni cognitive umane.
A questo si accompagna una prima riflessione importante, il nostro agire è determinato, oggi come ieri, dalle nostre emozioni che ci guidano in ciò che facciamo nel lavoro così come nella nostra vita privata e sociale.
La seconda riflessione è che la diffusione ed evoluzione dell’IA prevedrà sempre più la standardizzazione di molte funzioni cognitive mettendo in evidenza la necessità di sviluppare altre tipi di competenze non solo razionali ma anche emotive.
Per gestire il cambiamento le persone avranno necessità di sviluppare capacità necessarie per mettere in campo comportamenti orientati ad una maggiore flessibilità, fiducia nei sistemi informativi oltre che nei propri capi e colleghi, e lo sviluppo dell’Intelligenza Emotiva .
Quest’ultima si configura, non certo in contrapposizione al pensiero razionale, ma come capacità strettamente integrata al pensiero razionale, capace di rendere i processi decisionali maggiormente efficaci.
Sviluppare la capacità di gestire le emozioni permette alle persone di agire in modo più consapevole, di essere più intenzionali e strategici e di creare quelle connessioni relazionali utili per attivare quei processi inclusivi all’interno dei contesti lavorativi 4.0.
Il ruolo importante dell’Intelligenza Emotiva  nell’era Industria 4.0 ci viene confermato anche dal report The Future of Jobs Report del 2016 (WEF, 2016) dove troviamo questa competenza al 6° posto tra le dieci skills maggiormente richieste nel mondo del lavoro.
Allenare l’Intelligenza Emotiva, attraverso la valorizzazione della capacità di gestire le nostre emozioni nell’era Industria 4.0, vuol dire anche contrastare l’approccio sempre più razionale richiesto nei processi di automazione ed arginare il pericolo di impoverire le relazioni umane ed allontanarsi dalla conoscenza generata delle nostre emozioni.
Se vogliamo che la quarta rivoluzione industriale rappresenti un’opportunità di crescita oltre che economica anche sociale, diventa necessario mettere in campo azioni volte a, valorizzare i talenti, superare le disparità di genere e prevedere azioni volte all’inclusività sociale.
Tratto dal mio Articolo pubblicato in: http://www.fupress.net/index.php/formare/article/view/24912
Photo Credit:https:solotablet.it

Top