Il cambiamento culturale ed Il ruolo delle soft skills in Industria 4.0

La quarta rivoluzione industriale rappresenta un cambio di passo importante che coinvolge tutto il nostro sistema produttivo, manifatturiero e non solo.  Secondo una definizione del Mise questo è un fenomeno caratterizzato da “Connessione tra sistemi fisici e digitali, analisi complesse e Adattamenti real-time”. Sostanzialmente questo comporta l’impiego di macchine intelligenti, interconnesse e collegate ad internet.
Questa nuova rivoluzione industriale non è solo un nuovo modo di produrre beni o servizi ma rappresenta un nuovo modo di concepire il lavoro.
Un cambiamento così rivoluzionario richiede un’evoluzione culturale profonda da parte del capitale umano su cui il sistema industriale può contare per portare a compimento la propria trasformazione. Il che non vuol dire solo nuove e maggiori competenze tecnologiche e digitali, fattore importantissimo, ma vuol dire anche una cultura del mondo del lavoro nuova ed un nuovo modo di concepire il lavoro.
Gli ostacoli che si possono presentare nel processo di trasformazione delle aziende, può essere rappresentato dalla mancanza di attitudine dovuta alla presenza di una cultura conservatrice in cui le persone non hanno il coraggio di fare le cose diversamente oppure per la presenza di strutture organizzative rigide.
Ecco che quindi Industria 4.0 non si configura solo come una questione di informatizzazione e connessioni tra macchine e prodotti, ma come cambio di paradigma che vede le aziende coinvolte in un processo innovazione oltre che tecnologica e digitale anche culturale ed organizzativa.
L’implementazione delle nuove tecnologie in azienda impatteranno sulla cultura sulla struttura organizzativa e sulle risorse umane, dai manager agli imprenditori agli operativi. Richiederà l’adozione di nuovo modello organizzativo con una rivisitazione strategica dei ruoli diretti da manager che siano in grado di orientarli non più a compiti ma al conseguimento di obiettivi ed ai risultati.  Saranno richieste maggiori e nuove competenze digitali e tecnologiche.
I Dati dell’Istat, evidenziano come in Italia rispetto all’insieme dell’Unione europea (Ue28), la percentuale delle forze lavoro con competenze digitali elevate è considerevolmente inferiore, difatti l’Italia risulta avere, tra i 5 maggiori paesi europei, il più basso livello di diffusione delle competenze digitali.
A questo aggiungiamo quelle competenze che risultano strategiche in Industria 4.0, le soft Skills, ovvero competenze comportamentali e metodologiche necessarie per sviluppare quella maturità necessaria per vincere la sfida di Industria 4.0.
Il ruolo centrale delle Soft Skills nell’era Industria 4.0 ci viene confermato anche dal report elaborato dal World Economic Forum – The Future of Jobs Report del 2016 nella quale risulta che più di un terzo delle competenze richieste dal mercato del lavoro nell’era Industria 4.0 sono proprio le soft skills.  Tra le 10 Soft Skills individuate le prime tre risultano essere, la capacità di risoluzione dei problemi complessi, la capacità di mettere in campo il pensiero critico e la capacità di essere creativi, ovvero di trovare soluzioni innovativi e fare così la differenza.
Quindi il mindset digitale nell’era Industria 4.0 è dato dall’integrazione di competenze tecniche (hard) e trasversali (soft) che richiederà necessariamente nuovi atteggiamenti e comportamenti indirizzati a comprendere a fondo le logiche che stanno alla base della gestione e applicazione delle nuove tecnologie  implementate all’interno dei processi produttivi sempre più digitalizzati ed interconessi.
 
Photo Credit:giornaledellepmi.it

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